Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma

Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma
Peter Paul Rubens, Agrippina e Germanico, 1614, National Gallery of Art di Washington, Foto A. Novelli ©Galleria Borghese

Il genio del grande artista fiammingo alla Galleria Borghese di Roma

Indagare l’antico, renderlo nuovo, studiare le forme e le figure del passato dandogli nuova vita, colore, morbidezza. Peter Paul Rubens, uno dei più grandi artisti del XVII secolo, è il protagonista della splendida mostra in corso nelle sale della Galleria Borghese di Roma fino al prossimo 18 Febbraio, dal titolo Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma.

Curata da Francesca Cappelletti (Direttrice del museo) e da Lucia Simonato, presenta più di 50 opere, divise in 8 sezioni, provenienti dai maggiori musei del mondo (il British Museum di Londra, il Met di New York e il Louvre di Parigi, solo per citarne alcuni).

Un’esposizione in grado di tracciare un affresco intenso e approfondito dell’influsso incredibilmente fertile che i grandi maestri della tradizione classica e italiana hanno avuto su questo artista, evidente anche dal meraviglioso gioco di rimandi che si viene a creare tra le opere della collezione permanente del sito e quelle della mostra a lui dedicata.

Visita la mostra Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma alla Galleria Borghese fino al 18 febbraio 2024.
Il Tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, Galleria Borghese, Foto A. Novelli, ®Galleria Borghese
Visita la mostra Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma alla Galleria Borghese fino al 18 febbraio 2024.
Il Tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma, Galleria Borghese, Foto A. Novelli ®Galleria Borghese

Il rapporto con i Maestri italiani e con l’antico

Bernini, Tiziano, Caravaggio: le opere di questi grandi dello scalpello e del pennello hanno avuto una chiara influenza sull’inventiva di Rubens, che arrivò in Italia nella primavera del 1600. Dopo pochi mesi entrò al servizio della Corte dei Gonzaga a Mantova, e con loro restò per ben 8 anni. Durante questo periodo compì viaggi di formazione a Roma e Genova; nella capitale ebbe modo di vedere dal vivo molti dei capolavori che possiamo apprezzare oggi in queste sale, e non solo.

Intuire, a tratti anticipare il mood dello stile Barocco, e integrarlo con la compostezza dell’antico: compito molto arduo, ma perfettamente riuscito per il nostro Fiammingo. La morte di Adone è un esempio di questa sintesi: i corpi nudi dei protagonisti sono esempi perfetti di statuaria classica, ma invece del gelido distacco del marmo le carni rosee, la muscolatura, la gestualità e la dinamicità delle pose già guardano verso la teatralità del Barocco, in un trionfo di composto pathos difficile da eguagliare, in quanto puro ossimoro artistico.

Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma
Pieter Paul Rubens, La morte di Adone, 1614, olio su tela, Foto A. Novelli, ®Galleria Borghese

Lo studio dei modelli, l’imitazione della natura, la conoscenza delle antichità romane sono alla base degli esiti straordinari che ebbe l’arte di Rubens nel riproporre figure classiche, miti o allegorie osservate su bassorilievi, sarcofagi o nelle opere degli artisti che lo hanno preceduto. L’accuratezza, lo slancio vitale, il movimento, lo studio perfetto delle anatomie fanno sembrare i protagonisti dei suoi disegni e delle sue tele modelli in carne e ossa, ripresi dal vero, e non copiati da statue o reperti antichi.

Ed ecco che ad esempio il suo Cristo risorto unisce la corporatura di un atleta greco all’inconografia cristiana tradizionale del momento della nascita a nuova vita di Gesù, circondato però da una scenografia di angeli e luci che ben incarna la tipica macchina teatrale barocca che troveremo negli altari di tante chiese romane di questo periodo.

Visita la mostra Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma alla Galleria Borghese fino al 18 febbraio 2024.
Peter Paul Rubens, Cristo risorto, 1616, Galleria degli Uffizi di Firenze, Foto A. Novelli, ®Galleria Borghese

Lo studio dell’antico fatto da Rubens tocca tantissimi tipi di arte e manufatti, anche le monete e la ritrattistica scultorea: il doppio ritratto di profilo che troviamo in Agrippina e Germanico ne è un esempio lampante. Anche qui il rigore della linea netta viene addolcito da ua luce soffusa e da un incarnato di alabastro, che rende i protagonisti un ibrido tra divinità dell’Olimpo e regnanti di mondi lontani.

Una delle opere più interessanti in mostra è sicuramente il bellissimo Prometeo: l’eroe mitologico viene raffigurato in un’inedita posizione in caduta verticale, attaccato dall’aquila vorace che si appresta a divorarne il fegato. Un vortice drammatico dove principio e fine si confondono e si perdono, dove il corpo umano si fonde con quello animale, rendendo vittima e carnefice un’esplosione di moti e incroci di arti e ali che dinamizzano l’orrore dell’evento, trasformandolo in un’anticipazione di un moderno fotogramma cinematografico.

Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma
Peter Paul Rubens con Frans Snyders, Prometeo incatenato, 1611-12, Philadelphia Museum of Art, Foto A. Novelli, ®Galleria Borghese

Fino al 18 Febbraio 2024

Piazzale Scipione Borghese, 5

Orari di apertura: Dal martedì alla domenica, 09.00-19.00

Biglietti: Intero €16, Ridotto 18-25 anni €5

Attività educative per famiglie:
Percorso interattivo Tra Rubens e Bernini alla Galleria Borghese: sabato e domenica alle ore 16.00.
Il costo è di €5 per bambino accompagnato da un adulto.

galleriaborghese.beniculturali.it

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