7 siti per 7 Imperatori

7 siti per 7 imperatori

Scopri l’identikit dei 7 imperatori più famosi dell’antichità e dei loro monumenti simbolo

Gli Imperatori romani sono delle icone della storia, i vip dei tempi antichi, se vogliamo. Tutti sanno i loro nomi, ma pochi le loro gesta o le scelte che hanno fatto in campo architettonico o celebrativo all’interno della città di Roma. Se siete curiosi di scoprire quali monumenti o quali opere pubbliche hanno commissionato, o sono state a loro dedicate, proseguite la lettura: abbiamo selezionato i magnifici sette dell’Impero, personalità folli o coltissime, amanti delle arti o del potere, tutte ugualmente carismatiche, che ci hanno lasciato una traccia indelebile del loro passaggio.

Augusto e l’Ara Pacis

Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto (27 a.C.-14 d.C.) è stato il primo imperatore della storia di Roma: fu lui che volle numerose riforme a livello politico, amministrativo, religioso e culturale. Gli interventi da lui voluti a Roma sono davvero tanti, ma il monumento che più si lega alla sua memoria è senza dubbio l’Ara Pacis, un altare votivo in marmo bianco dedicato alla dea Pace. Augusto decise di farlo costruire nella zona del Campo Marzio al suo ritorno da vincitore dalle campagne belliche contro Spagna e Gallia, per celebrare una nuova era di pace. L’ara è decorata sui lati corti con bassorilievi raffiguranti episodi legati alla fondazione di Roma e allegorie, mentre su quelli lunghi è rappresentata come fosse una fotografia la processione dei personaggi che hanno presenziato alla cerimonia di “inaugurazione” dell’altare. Il monumento si trova dentro il museo dell’Ara Pacis, progettato dall’archistar Richard Meier: un cubo di vetro e travertino, moderno e classico al contempo, che si integra perfettamente con il paesaggio circostante.

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LO SAPEVI?

Il mese di Agosto, nell’antichità chiamato Sextilis, prende il nome da Augusto, che durante questo mese era diventato console per la prima volta e aveva sconfitto definitivamente Antonio e Cleopatra.

Quando fu ritrovata l’Ara Pacis si trovava sotto le fondamenta di Palazzo Peretti in via in Lucina. Scoperta durante dei lavori di scavo fu poi estratta e posizionata dove la vediamo oggi! 


Nerone e la Domus Aurea

Dici Nerone (54-68 d.C.) e pensi alle fiamme che avvolgono Roma. Anche se non è mai stato accertato a livello storico infatti, Nerone fu accusato di aver appiccato l’incendio che divampò in città nel 64 d.C. Proprio a seguito di questo evento Nerone decise di costruire la sua grandiosa reggia, la famosa Domus Aurea, che si estendeva per più di un km quadrato tra il Celio, il Colle Oppio e il Palatino. Una dimora sfarzosa, decorata con marmi, materiali preziosi e mosaici, con una miriade di stanze ed ambienti e un vasto parco intorno che includeva persino un lago artificiale. Oggi i resti della Domus Aurea si trovano a livello ipogeo: visitarla è un’esperienza che lascia senza fiato, soprattutto per la misteriosa sala ottagona, a pianta circolare, sormontata da una cupola enorme provvista di oculo che ricorda la struttura del Pantheon: a tutt’oggi nessuno sa a cosa servisse questo ambiente affascinante.

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LO SAPEVI?

Secondo Plinio il Vecchio, Nerone usava uno smeraldo per ripararsi dai raggi solari e vedere più nitidamente quando assisteva alle lotte tra gladiatori al Colosseo.

Davanti alla Domus Aurea si ergeva la famosa statua colossale dell’Imperatore Nerone nelle vesti del Dio Sole, dalla quale deriva l’appellativo Colosseo dato all’Anfiteatro Flavio, che fu costruito proprio nella zona antistante la reggia.


Domiziano e l’arena del Colosseo

Domiziano (81-96 d.C.) era il figlio minore di Vespasiano, colui che iniziò la costruzione del Colosseo. Fu lui a scegliere di rendere la parte centrale dell’anfiteatro un vero e proprio palconscenico dove avrebbero avuto luogo differenti tipi di spettacoli, e di creare la zona dei sotterranei, oggi visibili a occhio nudo a causa della sparizione del piano dell’arena, andato perduto nel corso dei secoli a seguito di vari incendi. I sotterranei erano composti da gallerie e vari ambienti dove erano depositati i materiali di scena, oltre alle gabbie degli animali feroci; i sotterranei vennero poi coperti da un piano in legno ricoperto di sabbia (in latino arena per l’appunto), sopra il quale avevano luogo i combattimenti tra gladiatori (munera) e le cacce di animali selvatici (venationes). Sull’arena erano disseminate delle botole ben mimetizzate, collegate ai sotterranei attraverso un sistema di montacarichi. Dal basso si facevano salire i montacarichi, con all’interno le fiere o a volte gli stessi gladiatori, che apparivano così all’improvviso davanti agli spettatori una volta che la botola si spalancava, generando un vero e proprio wow effect!

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LO SAPEVI?

Con l’avanzare dell’età Domiziano perse i capelli, problema che gli causò tanta sofferenza da indurlo ad indossare delle…parrucche!

Prima che venissero scavati e costruiti in muratura i sotterranei nel Colosseo venivano organizzate le naumachie, ossia delle vere e proprie battaglie navali: la parte centrale dell’anfiteatro veniva inondata d’acqua tramite un sistema d’irrigazione, e imbarcazioni fatte costruire ad hoc prendevano la scena, illustrando famose battaglie navali della storia romana.


Traiano e la sua colonna illustrata

Marco Ulpio Traiano (98-117 d.C.) conquistò la Dacia (attuale Romania) nel 106 e per celebrare quest’impresa decise di innalzare la cosiddetta Colonna Traiana, illustrata con un fregio a spirale scolpito a bassorilievo che riporta la narrazione di questa campagna militare. Si tratta della prima colonna coclide, ossia con decorazioni che si avvolgono a spirale lungo il fusto, mai innalzata, e fu ideata dall’architetto Apollodoro di Damasco. Il racconto si snoda come un papiro attorno al fusto della colonna, alto quasi 30 metri, fungendo da vero e proprio racconto illustrato. Non mancano le descrizioni dei protagonisti delle battaglie, resi con forza espressiva e minuzia di dettagli, e allegorie della Vittoria riportata dai romani. I personaggi raffigurati sono circa 2.500; l’imperatore Traiano appare per ben 59 volte. Nel 1587 papa Sisto V posizionò sulla sommità della colonna una statua raffigurante San Pietro.

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LO SAPEVI?

Sul punto di partire per una campagna militare Traiano venne fermato da una vedova che chiedeva giustizia per l’omicidio del figlio. Traiano promise che se ne sarebbe occupato una volta tornato, allora la donna gli ricordò che sarebbe potuto morire in battaglia prima di poter intervenire. A quel punto Traiano si mise subito in azione per trovare l’assassino e lo punì personalmente prima di partire. 

All’interno del basamento della colonna si trova la camera funebre in cui erano collocate le urne cinerarie con le ceneri di Traiano e della moglie Plotina.


Adriano e il suo Mausoleo (Castel Sant’Angelo)

Publio Elio Traiano Adriano (117-138 d.C.) fu un imperatore colto, amante della cultura greca. Grande viaggiatore, fece costruire in Britannia il Vallo (muro fortificato) che porta il suo nome. Nel 135 d.C. fece costruire un mausoleo funebre per sé e per la sua famiglia, su progetto dell’architetto Demetriano. Terminato nel 139, un anno dopo la sua morte, il mausoleo era accessibile dal Campo Marzio per mezzo di Ponte Elio, l’attuale Ponte Sant’Angelo. Il monumento era rivestito di marmi e al suo interno c’era una camera sepolcrale che ospitava le ceneri dell’imperatore Adriano e di altri membri della sua famiglia. Dal rinascimento il monumento subì modifiche ed ampliamenti e divenne residenza di numerosi Pontefici, nonchè fortezza militare e prigione.

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© Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo

LO SAPEVI?

Adriano era spagnolo, nato a Italica (vicino a Siviglia); fu adottato in punto di morte da Traiano, e divenne imperatore dopo di lui.

Nel 509, durante la peste, papa Gregorio I durante una processione vide l’Arcangelo Michele nell’atto di rinfoderare la propria spada sulla sommità del castello, a significare la fine dell’epidemia. Da qui l’attuale nome del monumento, Castel SantAngelo.


Marco Aurelio e la sua statua equestre

Marco Aurelio (169-180 d.C.) è famoso per essere stato l’imperatore filosofo: seguace dello stoicismo, ci ha lasciato moltissimi pensieri e scritti su temi morali e di crescita per l’individuo. Il suo monumento equestre potrebbe essere stato innalzato nel 176 d.C. per celebrare il suo trionfo sulle popolazioni germaniche, o nel 180 d.C., subito dopo la morte. E’ l’unica statua equestre romana giunta fino a noi: è sfuggita alla distruzione perchè si credeva rappresentasse Costantino, il pimo imperatore cristiano. In origine era posizionata nel Foro Romano; nel 1538, per ordine di papa Paolo III Farnese, la statua fu trasferita sul Campidoglio. Michelangelo fu incaricato del progetto di sistemazione della statua di Marco Aurelio, che divenne così il fulcro di tutta la piazza.

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La statua di Marco Aurelio. Foto: © Zetema

LO SAPEVI?

Oltre a essere un uomo di pensiero Marco Aurelio era anche uno sportivo: praticava la corsa ed era appassionato di pugilato.

La statua equestre di Marco Aurelio che troneggia al centro del Campidoglio è una copia: per ragioni di tutela e protezione dagli agenti atmosferici l’originale si trova all’interno dei Musei Capitolini.


Caracalla e le sue grandiose Terme

Marco Aurelio Severo Antonino Pio Augusto (211-217 d.C.) detto Caracalla, fu l’imperatore che prima di tutti gli altri entrò in contatto col mondo militare: suo padre Settimio Severo infatti voleva che lo accompagnasse nelle campagne militari fin dalla più giovane età. Nel 212 diede inizio alla costruzione delle Terme che portano il suo nome, le più grandiose mai costruite, il cui fine era quello di ingraziarsi il popolo. Ospitavano al loro interno in sequenza il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e le natatio, oltre a due palestre. Per garantire l’approvvigionamento idrico delle terme fu costruita una diramazione speciale dell’acquedotto dell’Acqua Marcia chiamata Aqua Antoniniana. Le Terme di Caracalla sono la prima Spa dell’antichità: un centro polifunzionale, gratuito e aperto a tutti, con giardini, una pista di atletica, campi sportivi, sale massaggi e saune!

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LO SAPEVI?

Il soprannome Caracalla viene dal nome del lungo mantello militare con cappuccio di origine celtica che era solito indossare.

Il complesso delle Terme di Caracalla era davvero enorme: poteva contenere contemporaneamente fino a 1.600 persone, e in estate c’era anche la possibilità di godersi una grande piscina all’aperto, la cosiddetta natatio.

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