Ai Musei Capitolini una esposizione monografica dedicata a Fidia

Fidia, l'ottava meraviglia del mondo antico in mostra ai Musei Capitolini
Ricostruzione dell'Atena Lemnia di Fidia, calco su modello del direttore Georg Treu e dello scultore Paul Lindau, 1910-15

Un grandioso percorso per scoprire il più grande scultore greco dell’età classica

Fidia. Artista entrato nell’Olimpo degli impareggiabili, il cui nome è composto da due sillabe, come da due sillabe è composta la parola marmo, il materiale che lui più di tutti ha saputo padroneggiare e rendere immortale attraverso la sua opera. Dal 24 novembre i Musei Capitolini, nella sede di Villa Caffarelli, sarà possibile visitare la prima esposizione monografica mai dedicata a questo eccelso scultore.

L’esposizione, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Claudio Parisi Presicce si pone lo scopo di approfondire e far conoscere la vita, la carriera e il clima storico-culturale in cui operò questo artista, attraverso una selezione di oltre 100 opere che includono reperti archeologici, originali greci e repliche romane, dipinti, manoscritti, disegni e installazioni multimediali.

Fidia inaugura il ciclo di cinque mostre (che si terranno ai Musei Capitolini) dedicate ai principali protagonisti della scultura greca, dal titolo I Grandi Maestri della Grecia Antica.

Statua di Apollo nel tipo Kassel, Dalla collezione Albani, Marmo pentelico, 120-140 d.C.; testa 25-50 d.C., Roma, Musei Capitolini, Palazzo Nuovo, ©Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

“Abbiamo deciso di inaugurare il ciclo di mostre su I grandi Maestri della Grecia Antica con un’esposizione monografica dedicata a Fidia, considerato, già nell’antichità, il più grande scultore di tutti i tempi. A lui erano riconosciute le qualità della maiestas e del pondus, bellezza e maestosità, la capacità di rendere in modo appropriato persino la divina natura degli Dei, ha dichiarato il Sovrintendente Capitolino Claudio Parisi Presicce.

Prestigiosi i prestiti presenti, provenienti da Roma e dall’Italia (Centrale Montemartini, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, Museo Archeologico di Napoli, Archivio Cambellotti) e dall’estero (Museo dell’Acropoli, Museo Archeologico Nazionale di Atene, Museo Archeologico di Olimpia, Museo del Louvre).

Chi è Fidia

Fidia visse nel periodo d’oro ateniese, quando al comando c’era Pericle; sotto la sua protezione realizzò opere incredibili, come il Partenone e le sue decorazioni scultoree e i mitici colossi crisoelefantini (ossia realizzati in oro e avorio) dell’Atena Parthenos e dello Zeus di Olimpia, opera considerata una delle sette meraviglie del mondo antico.

Il suo nome nell’immaginario collettivo rimanda subito a un mito dell’arte avvolto da un’aura quasi magica, in quanto della sua esistenza si sa molto poco e le uniche informazioni in nostro possesso provengono da fonti letterarie. Il suo genio creativo lo impone come maestro insuperato dell’età classica greca: possiamo pensare a lui come un equivalente di ciò che Michelangelo è stato per il Rinascimento.

Gaspare Landi, Pericle ammira le opere di Fidia al Partenone, Olio su tela 1811-1813, ©Napoli, Museo Real Bosco di Capodimonte, Depositi

Il percorso espositivo

Il percoso si articola in 6 sezioni: Il ritratto di Fidia; L’età di Fidia; Il Partenone e l’Atena Parthenos; Fidia fuori da Atene; L’eredità di Fidia; Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico.

La prima sezione, Il ritratto di Fidia, presenta alcune reperti che ci avvicinano di più alla figura di questo artista, come la brocchetta di argilla a vernice nera (anni ‘30 del V secolo a.C) con incisa la scritta Pheidiou eimi (Sono di Fidia), suo oggetto personale, e due statuette in bronzo che rappresentano lun artigiano, identificato probabilmente con lo stesso Fidia. Intenso anche l’omaggio di Auguste Rodin all’artista greco: la sua Pallas au Parthénon (1896) ci mostra una testa di donna sormontata da un tempietto stilizzato con sei colonne doriche, a simboleggiare il Partenone di Atene.

La seconda sezione, L’età di Fidia presenta uno spaccato del contesto storico, politico e artistico di Atene agli inizi del V secolo a.C., e illustra le tappe della carriera dell’artista.

Gemma di Aspasios, Dalla collezione Rondinini, Diaspro rosso, Seconda metà del I secolo a.C., Roma, Museo Nazionale Romano, inv. 108684, “Su concessione del Ministero della cultura – Museo Nazionale Romano”

La terza sezione, Il Partenone e l’Atena Parthenos, punta i riflettori sul momento di massimo riconsocimento raggiunto da Fidia, ossia quando venne nominato da Pericle sovrintendente del cantiere del Partenone, di cui realizzò moltissimi degli apparati decorativi. La mostra è un evento di tale portata che si fregia di alcuni prestiti davvero straordinari, opere mai uscite prima d’ora dalle loro sedi museali, presenti proprio in questa sezione, come i due frammenti originali del fregio del Partenone (un soldato greco e un frammento dal fregio sud con giovane e bovino), concessi eccezionalmente dal Museo dell’Acropoli di Atene. A questi si aggiungono altri due frammenti originali con cavalieri e uomini barbati provenienti invece dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.

Ombre e luci della carriera dello scultore greco sono protagonisti della quarta sezione, Fidia fuori da Atene; si ripercorrono alcuni degli episodi più significativi della carriera di Fidia al di fuori dalla sua città natale, anche in senso negativo, come nella sua partecipazione al concorso bandito ad Efeso intorno al 440 a.C. per la realizzazione di una statua di Amazzone ferita, in cui fu clamorosamente sconfitto.

Testa di Atena Lemnia, Dalla collezione Palagi, Marmo pentelico, Tra I e II secolo d.C., Bologna, Museo Civico Archeologico, inv. G 1061 ©Bologna, Museo Civico Archeologico

Nella quinta sezione L’eredità di Fidia, si illustrano le tecniche usate dal maestro, in particolare quella crisoelefantina, che avrà un forte impatto sulle successive generazioni di artisti in Grecia e Magna Grecia.

L’ultima sezione, Opus Phidiae: Fidia oltre la fine del mondo antico si focalizza sulla fama e sul’influenza che l’opera d Fidia ha continuato ad avere nel tempo, specie negli artisti dell’età moderna, con un focus particolare su Canova e Thorvaldsen.

Scudo di Atena Parthenos cd. Stragford, Da Atene, Marmo pentelico, III secolo d.C., Londra, British Museum, inv. 1864,0220.18, ©The Trustees of the British Museum
Erma di Anacreonte, Da Roma, Trastevere Horti di Cesare, Marmo pentelico Età adrianea, Roma, Musei Capitolini, Centrale Montemartini, Sezione III – Il Partenone e l’Atena Parthenos, ©Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali

La grazia dei volti, la levigatezza dei corpi, l’incisività dei dettagli e dei panneggi: il mondo di Fidia è collegato a un cosmo di uomini e dei che hanno fatto grande il mondo classico, il cui centro pulsante era proprio la capitale della Grecia, Atene, città natale dello scultore, il cui simbolo resta ancora oggi il Partenone, il grandioso tempio realizzato proprio sotto la sua direzione.

Con un’arte pregna di filosofia e di equilibrio Fidia è riuscito a lasciare una traccia indelebile del suo operato, che è arrivata fino ai giorni nostri, arrivando a comunicare in modo universale la sua personale visione del mondo, attraverso figure che, malgrado di marmo, sembrano incarnare con naturalezza il palpito di vita reale dato dal sangue e dall’anima degli individui rappresentati.

«Nessuno supererà mai Fidia».

Auguste Rodin, L’art, 1911

Dal 24 novembre 2023 al 5 maggio 2024

Musei Capitolini – Villa Caffarelli

Via di Villa Caffarelli

Orari: Tutti i giorni ore 9.30 – 19.30

Biglietto solo mostra: intero € 13,00 – ridotto € 11,00

museicapitolini.org

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