I migliori locali dove gustare la tipica cucina romana
Amatriciana, Gricia o Cacio e pepe? Meglio i Gyoza alla carbonara. Perché a Roma, se siete alla ricerca di una buona trattoria, non avrete che l’imbarazzo della scelta, tra tradizione e sperimentazioni.
Potrete optare per il più classico e istituzionale ritrovo della cucina romana o per un ristorante più ricercato dove le ricette della nonna sposano le incursioni del Giappone o si declinano nei sapori del Lazio più autentico. Ecco una piccola guida alle migliori trattorie della capitale.
Da Enzo
Via dei Vascellari, 29 (Trastevere)
daenzoal29.com
Dalla fotografia in bianco e nero appesa a una parete di questa intrigante trattoria romana, Enzo, con il suo fare amichevole e caciarone, continua a sorvegliare sul locale che porta il suo nome, rilevato, dopo la sua scomparsa, dalla famiglia che attualmente lo gestisce. Da Enzo ogni piatto ha una storia da raccontare, tra i piccoli tavoli in legno, gli scaffali di vino, i quadri a muro di questo caratteristico locale che ha mantenuto i prezzi corretti e l’identità culinaria autentica.
Un servizio spedito, tuttavia attento e professionale, porta in tavola la tradizione dagli antipasti (i fritti della casa, l’immancabile Carciofo alla Giudia), mentre i primi trionfano con la Cacio e pepe, la Carbonara, l’Amatriciana con rigatoni o tonnarelli, la Gricia). Tra i secondi da assaggiare le ottime Polpette al sugo, l’Abbacchio, la Coda alla vaccinara.
Da Teo
Piazza dei Ponziani, 7 (Trastevere)
trattoriadateo.it
Altra istituzione trasteverina, a due passi Da Enzo, ma con più coperti e un ampio dehor. Situato in una tipica piazzetta, ideale anche per una cena all’aperto, qui, in un’atmosfera piacevole, potrai provare piatti tipici romani, cosi come specialità di pesce e degustazioni di caviale.
Trattoria Da Augusto
Piazza Dè Renzi, 15 (Trastevere)
Una trattoria rustica e conviviale, situata in una graziosa piazzetta di Trastevere, che porta a tavola dal 1954 la migliore tradizione culinaria romana. In menu puntarelle, primi fatti con pasta fresca, bollito, spezzatino e altre pietanze gustose. Il tempo in questo posto sembra essersi fermato.
Lo Scopettaro
Lungotevere Testaccio, 7 (Testaccio)
facebook.com/loscopettaroroma/
Una leggenda vuole che, prima di essere una trattoria, i locali che da 80 anni accolgono Lo Scopettaro fossero un laboratorio di scope di saggina che vantava tra i suoi clienti anche lo Stato Pontificio. Un giorno la proprietaria del negozio, per accontentare il marito, avrebbe messo a cuocere in un angolo del negozio una pentola con della pasta e fagioli. Il profumo tutt’intorno avrebbe spinto alcuni passanti a fermarsi per chiedere se si potesse mangiare. Questo fu il motivo per cui la signora cominciò a fare altri piatti tipici romani. Così la bottega di scope avrebbe ceduto il posto alla trattoria.
Da sempre ritrovo di personaggi famosi, Lo Scopettaro è un punto di riferimento conosciuto in tutto il mondo. Questo cantuccio di storia nel cuore di Testaccio rappresenta il luogo ideale per gustare i piatti tipici romani di un tempo, come La coda alla vaccinara, la Carbonara, l’Amatriciana, la Cacio e pepe, la Trippa, la Coratella o l’Abbacchio, cavalli di battaglia preparati come l’antica tradizione romana esige.
Trattoria da Cesare al Casaletto
Via del Casaletto, 45 (Monteverde)
trattoriadacesare.it
Il menu di questa trattoria guidata da Leonardo e Maria Pia è uno spartito che abbraccia tutti i sapori che la cucina romana ha nel suo repertorio. Dalle Polpette di bollito ai Fiori di zucca con alici e mozzarella, dai classici supplì tra gli antipasti fritti, ai Tonnarelli e le Fettuccine fatte in casa, ce n’è per tutti i gusti. Il profumo di menta che avvolge la trippa alla romana lascia il posto al sapore intenso della Coda alla vaccinara, a quello più delicato degli involtini al sugo o alle Costolette d’abbacchio panate.
Per chi preferisse la pizza, quelle di Cesare sono leggere, lievitate a regola d’arte e condite sapientemente. La cantina di Leonardo non si accontenta di offrire il meglio della regione laziale, ma spazia alle grandi regioni del vino italiano e ad alcune “chicche” dall’estero.
Checco er Carettiere
Via Benedetta, 10 (Trastevere)
checcoercarettiere.it
Nel 1935, Francesco Porcelli detto “Checco”, trasportatore di vino e grande conoscitore della zona dei castelli romani, rileva l’osteria romana di via Benedetta 13, affiancato dalla moglie Diomira, cuoca sopraffina. Trasteverini buongustai, assieme a personaggi come Trilussa e Fellini divennero gli habitué di Checco Er Carettiere,guidato oggi dalle eredi Stefania, Susy, Laura e Mira, legate al vecchio progetto di famiglia di proporre una cucina di qualità per tutte le tasche.
In un ambiente informale e rilassato, dove la Roma più sincera è impressa sulle pareti attraverso diverse fotografie, le materie prime sono a chilometro zero e selezionate con cura. I fornitori, rigorosamente locali, garantiscono un prodotto eccellente e di prima qualità. La cucina romana sposa il pesce di paranza condito con semplicità, mentre i piatti della tradizione sono disponibili anche con prodotti gluten free. Tra i primi stuzzicano il palato i Bombolotti all’amatriciana, gli Spaghetti cacio e pepe e gli Spaghetti alla Carrettiera (pomodoro, tonno e funghi). Le specialità di pesce variano a seconda della disponibilità, mentre il venerdì è del Baccalà in guazzetto con pinoli.
Trattoria Da Danilo
Via Petrarca, 13 (Esquilino)
trattoriadadanilo.com
Foto di personaggi famosi sulle pareti, tovaglie a quadroni e piatti del giorno sulla lavagna. Ecco la trattoria Da Danilo che propone, vicino a piazza Vittorio, un’autentica cucina regionale laziale. Da provare il prosciutto e i salumi di Bassiano al coltello, gli strozzapreti al lardo di Colonnata con pecorino di fossa e le tagliate di manzo.
Trattoria Perilli
Via Marmorata, 39 (Testaccio)
perilliatestaccio.com
La magia della Roma testaccina accoglie Perilli dal 1911. In questa classica trattoria romana che lo scorso anno ha festeggiato i 110 anni, Ferdinando e Maurizio incarnano la quarta generazione. Le antiche origini della struttura rivivono nell’orologio a pendolo della vecchia sede di Via dell’Oca, ma soprattutto nella cucina, rimasta fedele alla tradizione romana, conservando i sapori e i gusti che la “Sora Rosa” ha reso unici.
Il menu sfodera i piatti della tradizione. La selezione di antipasti (nervetti, Sedano e groviera) introduce gli immancabili Rigatoni alla Carbonara, i Bucatini all’Amatriciana, i Rigatoni con pajata, gli Gnocchi, per cedere ai piatti del giorno, tra una Coda alla vaccinara, una Trippa alla romana e il gustoso Maialino al forno con patate.
Osteria Fratelli Mori
Via dei Conciatori, 10 (Testaccio)
osteriafratellimori.it
Osti contemporanei con la passione per la poesia, Alessandro e Francesco Mori accolgono i clienti dell’intima Osteria di via dei Conciatori con il garbo di chi fa questo mestiere per passione. Sono loro a decidere quali piatti inserire nel menu, a scegliere le materie prime, a definire la carta dei vini (etichette laziali e non solo, vini biologici e soprattutto naturali) e a far sentire gli ospiti a casa. Amanti della letteratura e della poesia romanesca, i Mori hanno deciso di conferire al locale un’impronta che evidenziasse la loro filosofia. Nasce così l’incontro con i Poeti Der Trullo, un giovane gruppo romano di “street poets” che raccontano nei loro versi metroromantici la realtà di tutti i giorni. Sono loro ad aver scritto e dipinto sulle pareti dell’Osteria Fratelli Mori, poesie inedite che ne raccontano l’atmosfera e l’approccio culinario.
Nel menu si fa spazio la passione per la tradizione e una grande attenzione all’utilizzo della materia prima proveniente principalmente dal Mercato di Testaccio e dai fornitori di fiducia come Dol, il Pastificio Gatti per la pasta fresca, Gustarosso per i pomodori. I piatti da non perdere? Senza dubbio i Fritti, il Baccalà mantecato e il Fiore di zucca, i Rigatoni all’Amatriciana, la Carbonara. Tra i secondi sono famosi le Polpette di bollito o l’Agnello con le patate aromatizzate allo zafferano. Chiudono il menù i dolci: a papà Mori va il merito della Ricotta di Ambrogio fatta con ricotta di bufala, scorza di arancia candita e pistacchio caramellato, a mamma Giuliana il plauso per le sue squisite Torte e Crostate fatte in casa, in particolare per quella di Ricotta e visciole.
Trattoria Pennestri
Via Giovanni da Empoli, 5 (Ostiense)
facebook.com/TrattoriaPennestri/
Dal 2017 una location giovane, informale, allegra e familiare accoglie questa trattoria nel cuore del quartiere Ostiense. Non aspettatevi la tipica trattoria romana con gli immancabili piatti della tradizione. All’interno della Trattoria Pennestri la “classica magia” di Roma si fa spazio tra i dettagli, dal legno grezzo dei tavoli lavorati a mano, al rosso e grigio delle pareti che richiamano le facciate dei palazzi storici della capitale e la corteccia dei platani del Lungotevere. Cresciuti per oltre vent’anni nel settore, Tommaso Pennestri, in cucina, e Valeria, in sala e cantina, hanno messo a frutto la loro esperienza per dare vita a un nuovo concetto di trattoria, che mettesse al centro il cliente e il suo tempo.
In cucina, Tommaso cerca quell’equilibrio tra tradizione e innovazione dando spazio ad alcuni dei più rinomati piatti della tradizione romana e intrecciandoli a innovative combinazioni, generate da un continuo lavoro di studio. La cantina della Trattoria, curata da Valeria, è frutto di un costante lavoro di ricerca tra i vitigni un tempo dimenticati e ora rivalorizzati e le piccole realtà enologiche di tutta Italia, con particolare attenzione al Lazio. Ogni giorno la carta si arricchisce di fuori menu legati al mercato giornaliero delle materie prime. Qualche piatto forte? Il Baccalà fritto e in umido, il Petto d’anatra all’arancia e mele caramellate, i Cannelloni al cinghiale.
Felice a Testaccio
Via Mastro Giorgio, 29 (Testaccio)
feliceatestaccio.it
Era il 1936 quando Felice si destreggiava tra fornelli e avventori infervorati con i suoi toni burberi per allontanare i clienti che alla fine riusciva sempre a far sedere a tavola. Oggi che di anni ne sono trascorsi 89 e che alla guida della trattoria di Testaccio c’è il figlio Franco, la qualità dei piatti rimane la stessa, con ricette che continuano a profumare di terra e di tradizione.
La Cacio e pepe di Felice, conosciuta per la sua mantecatura al tavolo, è forse la regina del menu, come anche le Polpettine di bollito, i Ravioli alla Felice (pomodorini, basilico, menta, origano, timo, maggiorana e ricotta salata), l’Abbacchio al forno, i Saltimbocca alla romana, gli Involtini al sugo. Il menu del giorno tiene conto del ciclo settimanale della tradizione romana: martedì e venerdì pesce (la Pasta e ceci o pasta in brodo d’arzilla con broccoli o piselli è solo una tra le invitanti proposte), giovedì Gnocchi al sugo, sabato Trippa.
Dalla Pasticceria Sal De Riso il dolce si fa spazio con la Torta ricotta e pere o con Foresta nera. La cantina asseconda ogni palato e regione d’Italia, raccontando il terroir dal quale i vini, accuratamente selezionati, provengono, con i loro aromi e profumi.
Flavio al Velavevodetto
Via di Monte Testaccio, 97 (Testaccio)
ristorantevelavevodetto.it
Frizzante e verace, Flavio al Velavevodetto a Testaccio è un’istituzione. Custode di questo tempio della cucina romana è Flavio De Maio, romano della Garbatella, che, in società con Marco Andreini ha aperto nel 2009 l’osteria nel cuore dello storico quartiere. Prezzi modici, materie prime di qualità e rispetto delle tradizioni sono i punti di forza di questo ristorante.
Andateci per la mitica Carbonara. Il segreto della sua versione è la crema a base di uova, acqua e guanciale preparata a parte e versata in padella perché si amalgami con le mezze maniche, cotte rigorosamente al dente.
Armando al Pantheon
Salita dei Crescenzi, 31 (Pantheon)
armandoalpantheon.it
Sulle pareti di questo storico ristorante di cucina romana – dal 1961 guidato dalla famiglia di Armando Gargioli, giunta alla terza generazione – gli schizzi di Renzo Piano che quando viene a pranzo si diverte a lasciare la propria “impronta” a matita sulle tovaglie, la dice lunga sui palati più affezionati di Armando al Pantheon. Nato come una bottiglieria, questo locale di strada ne ha fatta, frequentato da personaggi e intellettuali di spicco come Jean Paul Sartre o Ettore Scola.
Il punto di riferimento per i clienti di oggi e di ieri, dopo Claudio e Fabrizio, figli di Armando, sono diventati i rispettivi figli. Dai primi anni del 2000 Fabiana Gargioli, sommelier professionista, gestisce la Carta di vini che conta circa 300 etichette, mentre Flavio si occupa della parte amministrativa dell’azienda e dell’organizzazione della sala. Anche Mario Rinaldi è uno dei volti di famiglia e, da settembre del 2021, lo sono anche Graziano Roscioli e Claudia Gargioli, anche lei figlia di Claudio, che fanno il loro ingresso in cucina.
Dalla Carbonara all’Amatriciana, dalla Gricia alla Calcio e pepe, sono tanti i piatti che hanno reso celebre questo luogo “cult” per italiani e stranieri. L’arrivo di Claudio Gargioli (cuoco ma anche drammaturgo e scrittore) in cucina ha reso ancora più iconici piatti come la Faraona con funghi porcini e birra nera, l’Anatra alle prugne, le Polpettone di farro in salsa di Gorgonzola, accanto al Bollito di manzo alla picchiapò, all’Abbacchio allo scottadito, ai Saltimbocca alla romana. Piccolo suggerimento: dopo aver gustato le sublimi ricette, guardate bene i piatti di Armando al Pantheon: il logo del locale è stato realizzato dall’artista e amico Luigi Serafini, autore del Codex Serafinianus.
Proloco Trastevere
Via Goffredo Mameli, 23 (Trastevere)
facebook.com/prolocotrastevere/
Tra la Fontana del Prigione e Piazza San Cosimato, Proloco Trastevere porta in tavola la campagna romana e la tradizione enogastronomica del Lazio. Questo progetto, che fa leva sulla tradizione, la territorialità e la certezza di una filiera controllata, è il frutto di 17 anni di esperienza a stretto contatto con le piccole realtà produttive artigianali del Lazio. Il fuoco del forno a brace vera insaporisce le carni allevate in modo ecosostenibile, mentre la pizza, con una lievitazione tra le 48 e 72 ore e farine biologiche molite a pietra, diventa gourmet con i prodotti di origine laziale. Sperimentate quella in doppia cottura, più piccola o in forma conica, prima fritta e poi in forno.
Ogni domenica da Proloco Trastevere c’è il Pranzo Contadino, un brunch arricchito di sfiziosi assaggi di antipasti che cambiano ogni settimana. Anche i cocktail, un mix di sapori sapientemente miscelati, realizzati con ingredienti selezionati, portano in tavola i profumi delle erbe aromatiche e delle radici delle montagne laziali. La Bottega di Proloco Trastevere stuzzica il palato con la grande selezione di prodotti laziali firmata Dol, come i salumi di Mangalica che Vincenzo Mancino ha fatto conoscere in Italia, o il Conciato di San Vittore, i pecorini e i provoloni, il Cacio Magno, formaggi freschi e latticini.
Hostaria Grappolo d’oro
Piazza della Cancelleria, 80 (Campo dei Fiori)
hosteriagrappolodoro.it
A pochi passi da Campo de’ Fiori un’osteria autentica accoglie gli ospiti tra le sale dai caldi arredi in legno e i quadri con i caratteristici scorci di Roma. Nelle belle giornate fate una sosta nel dehors che affaccia su piazza della Cancelleria, all’ombra del palazzo sede dei Tribunali della Santa Sede. Andateci anche solo per la Carbonara, uno dei piatti più apprezzati e conosciuti dell’Hosteria Grappolo D’Oro gestita da Edoardo Micozzi, Antonello Magliari, Andrea Liguori, Simone Angelucci e Luca Tenderini, cinque soci che condividono la grande passione per la cucina romana e il buon vino. La cucina privilegia prodotti stagionali e locali, piccoli produttori del territorio e Presidi Slow Food.
Le creazioni dello chef Antonello Magliari sono un continuo equilibrio tra ricette e cotture tradizionali con qualche rilettura in chiave moderna per avvicinarsi, in punta di forchetta, alle nuove generazioni. Le proposte si dividono tra il menù alla carta e il Percorso Romano, una dichiarazione d’amore alla storia gastronomica della città eterna con intramontabili classici come il Baccalà mantecato con insalatina di carciofi freschi o le Polpette di bollito con salsa verde. La pasta fresca è fatta in casa come i Ravioli del giorno e le Fettuccine tirate a mano con sugo di carne, mentre per i primi della tradizione romana qui si usano i formati secchi del Pastificio Artigianale abruzzese Cavalier Cocco. Il pesce trionfa nelle Linguine Cavalier Cocco con alici fresche, broccolo romanesco e pangrattato tostato alle erbe. La carta dei vini privilegia bollicine italiane e francesi e concede la possibilità di ordinare delle mezze bottiglie per poi sfociare in etichette che viaggiano da Nord a Sud, abbracciando anche un po’ del mondo “non convenzionale”.
BucaVino
Via Pò, 45/A (Coppedè)
bucavino.com
Profumo di casa, la cucina romana che si apre alle delicate incursioni dal Giappone e, su tutto, il sapore rassicurante della tradizione della nonna che trionfa in un’atmosfera accogliente e familiare condita dal sorriso dei padroni di casa. Benvenuti da BucaVino, il ristorante nel quartiere Coppedè, dove i fratelli Andrea e Francesca Romana Palmieri, lui ai fornelli, lei responsabile della cantina e del servizio in sala, invitano gli ospiti a gustare le proposte del loro ristorante. Nuove creazioni affiancano gli “intramontabili”, le cui preparazioni, rinvenute in un un vecchio ricettario della nonna, continuano a rappresentare i cavalli di battaglia di questo intimo ritrovo, pareti chiare, tavoli in legno, bottiglie e mattoni cotti a vista.
Tra gli antipasti assaggiate il Carciofo di nonno Peppe, le Alici e le puntarelle fritte nell’olio all’aglio e aceto balsamico, la Trippa alla romana, il Baccalà in pastella prima di tuffarvi nella Cacio e Pepe o nella Carbonara. Se con gli Spaghetti cacio e pepe e gamberi al lime, il Ragù di cortile e agrumi, il Tonno marinato al lime la tradizione sposa la creatività dello chef, l’incontro tra romanità e Giappone è tutto racchiuso nei Gyoza alla carbonara con brodo di miso e funghi porcini, preparati rigorosamente a mano dallo chef Palmieri.
La domenica di BucaVino trascorre tra i Cannelloni di carne, la Lasagna, i Tortellini in brodo (con una goccia di limone), le Polpette della nonna con puré, tra coccole e proposte sfiziose che sanno di sugo, tepore e caminetto.
Eufrosino
Via di Tor Pignattara, 188
Una cucina popolare ispirata ad alcuni piatti principi regionali e un menu che cambia a seconda delle stagioni, offrendo agli ospiti momenti di conviviale benessere con ricette di impronta territoriale, alleggerite nella struttura e nelle preparazioni, ma dense di storia e sapori. Benvenuti da Eufrosino, nome che omaggia il patrono dei cuochi. Il menu di questo ristorante di Tor Pignattara si ispira al racconto di pescatori e agricoltori, che il cuoco Paolo D’Ercole incontra ogni giorno.
I piatti attraversano tutta Italia. Troverete le Mondeghili – le polpette di bollito milanesi – e la ricetta altoatesina degli Gnocchi di ricotta e polenta con ragù di capriolo al coltello, la Pasta e patate e provola azzeccata e l’Acquacotta della Maremma con uova e pecorino. Dal pavimento in graniglia alle lampade verdi da biliardo, dai tavoli di legno con tovagliette di carta l’ambiente, informale e accogliente, riproduce una vecchia osteria di quartiere in stile anni Sessanta.