JAGO. La mostra evento a Palazzo Bonaparte a Roma

JAGO. La mostra evento a Palazzo Bonaparte a Roma
Jago, Pietà, 2021 marmo, 140x80x150 cm, Foto di Jago

La prima grande mostra dedicata allo scultore famoso come una rockstar

Palazzo Bonaparte ospita, dal 12 marzo al 28 agosto 2022, la prima grande mostra dedicata a JAGO (pseudonimo di Jacopo Cardillo, classe 1987), scultore meglio noto come “The Social Artist” per le innate capacità comunicative e il grande successo che riscuote sui social. Paragonabile in tal senso a una rockstar, sa trasmette l’amore per l’arte ai giovani: le dirette streaming e le documentazioni foto e video – attraverso le quali coinvolge il suo pubblico sul web – raccontano il processo inventivo di ogni opera e il percorso condiviso consente una diretta partecipazione dei suoi followers al singolo passaggio esecutivo.

A Palazzo Bonaparte la genialità di JAGO viene documentata per la prima volta in una mostra che riunisce una serie di opere realizzate fino ad oggi, dai sassi di fiume scolpiti (da Memoria di Sé a Excalibur), fino alle sculture monumentali di più recente realizzazione (come Figlio Velato e Pietà), passando per creazioni meno recenti ma più direttamente mediatiche quali il ritratto di Papa Benedetto XVI (Habemus Hominem).

JAGO. The Exhibition: how static sculptures meet the pulsing rhythms of Rome
Jago, Venere, 2018, marble, 70x70x193 cm – Foto di Jago

Curata da Maria Teresa Benedetti, la mostra connota gli elementi chiave di un lavoro continuamente in fieri, capace di costante arricchimento. Palazzo Bonaparte si trasformerà inoltre in uno studio d’artista: durante i mesi di mostra Jago lavorerà alla sua prossima imponente scultura all’interno della sede espositiva. Saranno anche organizzate visite straordinarie alla mostra, guidate dallo stesso Jago.


Emblema dell’artista contemporaneo, che unisce talento creativo e rara abilità comunicativa, Jago afferma di sé: “Mi considero un uomo e uno scultore del mio tempo. Utilizzo il marmo come materiale nobile legato alla tradizione ma tratto temi fondamentali dell’epoca in cui vivo. Il legame col mondo è fortissimo. Guardo a ciò che mi circonda, gli do forma e lo condivido.”

JAGO. La mostra evento a Palazzo Bonaparte a Roma
Jago, Sphynx, 2015, mamo, 65x30x50 cm – Foto di Jago

Attraverso le sue opere fornisce al pubblico una lettura personale della storia, risignificandola e utilizzando un materiale nobile come il marmo, appartenente alla tradizione, e procedimenti esecutivi classici (dal disegno al modello, dal bozzetto d’argilla al calco in gesso), insieme all’adozione della figura umana come soggetto prevalente. Un codice e un linguaggio si esprimono nell’asperità di superfici ruvide, lontane dalla levigatezza, dalla lucentezza e dalla grazia di molte sculture del passato, ribadendo l’aspetto contemporaneo di un’inevitabile corrosione del tempo. Nella puntuale ricerca di stimoli sempre nuovi, emerge in Jago un preciso interesse per elementi apparentemente inanimati da valorizzare, tale è il caso del sasso, scarto del processo di cavatura del marmo gettato nel fiume, forma capace di sollecitare emozioni e sviluppi.

È il caso dell’opera giovanile La pelle dentro dove la capacità dell’arto di penetrare in maniera veemente all’interno della materia è in grado di enucleare una forma che lo rappresenti. Il lavorio incessante dell’acqua sul sasso diviene metafora dell’intervento creativo e la mano è emblematicamente assunta a strumento principe di ogni possibile realizzazione. È la mano dello scultore, strumento fondamentale per ogni operazione creativa. Dagli elementi evidenti in natura Jago passa a entità più scopertamente fisiche e anatomiche.

JAGO. La mostra evento a Palazzo Bonaparte a Roma
Jago, Apparato Circolatorio, 2017 (dettaglio), ceramica, 30x15x15 cm (30 z) – Foto di Massimiliano Ricci

Come in Apparato Circolatorio, rappresentazione iconica del battito cardiaco in ognuna delle sue fasi dedicata a un amico scomparso. Un cuore continua a battere al di là della vita, nel pensiero di chi è stato amato. Ecco un modo di connotare di significati un’operazione nata all’insegna dell’individuazione di meccanismi biologici

La nudità del pontefice emerito in Habemus Hominem è sigillo di un gesto di radicale spoliazione. Il corpo di Papa Benedetto XVI risulta denudato, il volto sorride con inedita dolcezza, il busto emaciato fa emergere l’umanità creaturale di chi è tornato a essere uomo. Venere è bruscamente sottratta a significati tradizionali, privata di giovinezza e di ogni seduzione estetica, scelta allusiva a valori altri assertori di una diversa verità. Ciò non esclude che l’atteggiamento delle braccia si richiami ancora ad un’antica grazia.

JAGO. La mostra evento a Palazzo Bonaparte a Roma
Jago, Habemus Hominem, 2009-2016, marmo, 60x35x69 cm – Foto di Jago

Simbolico indizio di sofferenze atemporali è la figura del Figlio Velato, proveniente dalla Cappella dei Bianchi nel napoletano rione Sanità. Il fanciullo che giace inerme su una lastra marmorea racconta di una sorte oscura e drammatica, lo scacco di tanti innocenti che affrontano un cammino ricco di insidie, senza riuscire a toccare un approdo. Allo stesso modo una forte carica evocativa si riscontra nella Pietà, icona simbolica dell’arte di Jago, accolta in Santa Maria in Montesanto a Roma da un pubblico di straordinarie dimensioni. Un uomo desolato sorregge il corpo inanimato di un adolescente, offrendo un’impressione di grandiosità scabra e solenne.

JAGO. La mostra evento a Palazzo Bonaparte a Roma
Jago, Figlio Velato, 2019, marmo, 200x100x50 cm Chiesa di San Severo fuori le mura (NA) – Foto di Alessio Li Volti

Come brusca successione temporale, additiamo la presenza nell’esposizione di un piccolo feto scolpito in marmo (The First Baby), affidato alle cure dell’astronauta Luca Parmitano. Portato nello spazio nel 2019, tornato in Terra l’anno successivo, rappresenta un modo di dilatare la presenza umana verso confini sempre più ampi.

JAGO. La mostra evento a Palazzo Bonaparte a Roma
Jago, First baby, 2019, marmo, 3x3x7 cm – Foto di Luca Parmitano

Una mostra – per citare la curatrice Maria Teresa Benedetti – nella quale “Si può essere sedotti dai nuovi linguaggi ampiamente adottati nella pratica artistica contemporanea, avvertire l’innegabile appeal della digital life, ma si può anche intuire la necessità di non escludere la storia, custode di valori che arricchiscono il nostro presente, pure così dirompentemente diverso.”


FIno al 28 agosto 2022

Palazzo Bonaparte

Piazza Venezia, 5 – Roma

Orari

Lun – Ven 9.00-19.00 | Sab – Dom 9.00-21.00

Biglietti

Da €7,50 a €16,50

mostrepalazzobonaparte.it

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